Tripadvisor è una delle bibbie spulciate ogni giorno da quanti cercano un ristorante e non solo. Spesso, vista la grande audience che esercita, il sito di recensioni viene coinvolto da qualche polemica alimentata da chi non è soddisfatto di un range o di una critica ricevuta. Ma vediamo come i ristoranti genovesi che vanno per la maggiore vengono recensiti da quanti li hanno visitati. Oggi tocca a La Botte di Sampierdarena
Andrea Sala, impareggiabile anima del rinnovato locale La Botte di Piazza Modena a Sampierdarena e la moglie Cristina, chef al posto di comando in cucina.
COSI’ LA RECENSIONE DI ZENA A TOUA
Abbiamo visitato in più occasioni La Botte di Piazza Modena, a Sampierdarena, e sono sempre state piacevoli sorprese. In primis la varietà dei menù che, intorno ad alcuni capisaldi come lo gnocco fritto, le torte salate e le acciughe soavemente impanate e fritte, Andrea Sala propone con studiata esperienza e Cristina Maini realizza con maniacale, benedetta mania, cura.
Un mix di novità e di solida tradizione che si ritrova anche nella storia stessa del locale. La mitica Botte, quindi, autentico gioiello delal cucina dei Settanta genovesi, poi caduta nel dimenticatoio ma riaperta e ripresa saldamente in mano dai suoi titolari dopo un restyling che l’ha trasformata in una gradevolissima bomboniera.
Ma dopo le atmosfere, veniamo ai piatti. Come detto abbiamo assaggiato molto dei menù proposti e allora andiamo ad elencare quelle che sono per noi le eccellenze fornendo, tuttavia, un consiglio metodologico: affidatevi alla cura di Andrea che vi verrà in soccorso per districarvi tra le piacevoli insidie di un menù ricco ed una cantina con vere punte di eccellenza.
Per noi è il migliore che abbiamo assaggiato a Genova e gli diamo davvero un 10. E’ il gnocco fritto realizzato da Cristina che così tradisce in pieno le sue radici emiliane. Una cascata di salume e il gnocco voluttuosamente rigonfiato ma morbidissimo al palato. Troppa grazia ed abbondanza.
Ravioli di stokke come primo con un condimento leggerissimo di olio e pomodorini freschi: un minimalismo che consente di assaporare il ripieno quasi a “culo nudo”: non c’è bisogno di altro.
Lo confessiamo, ma abbiamo un’insana passione: quella delle acciughe impanate e fritte. Poche pretese, direte voi? Vi sfidiamo a trovarne di così morbidamente scottate dall’olio ma non dall’unto. E sulla freschezza ci siamo informati da Andrea su provenienienza ed acquisto del pescato.
Al dolce non si comanda… E allora che sia Tiramisù, sobriamente realizzato da Cristina secondo una delle mille varianti della crema futurista. Il barattolino che lo contiene è un tocco di eleganza maa anche un contenitore che ne esalta la fragranza.
Cediamo, ma per noi è un merito, al vezzo del “retrò” e allora come non apprezzare la proposta di un digestivo Camatti: pensavamo se ne fossero perse le tracce.
Per questo menù abbiamo scelto un Prosecco a tutto pasto di moderato impegno di ma di godevolezza palatale. Il tutto accomppagnato dalla squisita gentilezza e professionalità di Andrea Sala, già direttore dei megliori approdi genovesi e non solo. Poi la decisione, mai abbastanza benedetta, di tentare l’avventura in proprio con La Botte. Noi la consigliamo per la sua finezza , per la sana gestione del conto finale e per la possibilità di parcheggio.
Quando Andrea prenderà la decisione di allineare alcuni tavoli all’esterno, su Piazza Modena, il connubio tra la cucina e la rinnovata piazzetta su cui si affaccia il Teatro Modena stesso, sarà paradisiaco. Voto 8.